Tecnologia per chi traduce
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Fine di un'epoca?
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Fine di un'epoca?

"Se i tempi non richiedono la parte migliore di te, inventa altri tempi." (Stefano Benni)
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Nuova piattaforma, nuovo formato, insomma grandi novità… ma non tutte esattamente positive.

Per la massima accessibilità, trovate questo contenuto in formato sia audio con sottotitoli, che testuale, qui di seguito.
Buon ascolto, buona lettura, e a presto!



Chi mi segue lo sa: sono sempre stata una sostenitrice di memoQ, che considero il miglior CAT in circolazione. Questo non mi ha impedito anche di muovergli delle critiche, naturalmente; primo tra tutti il fatto che, ormai da molte versioni a queste parte, non ci sono più state nuove funzionalità veramente interessanti, ma solo piccole cose, e naturalmente correzioni di bug.

Una tendenza, questa, che sembra(va) peraltro comune a molti altri strumenti, incluso Studio, la cui ultima novità veramente tale era stata la possibilità di utilizzare lo strumento online, tramite browser, almeno in una versione semplificata.
Un’aggiunta non universalmente salutata con favore, diciamo: sia per certe sue macchinosità francamente incomprensibili, sia perché inizialmente era stata ventilata la possibilità che venisse fatta pagare a parte. Ma anche per una certa diffidenza nei confronti del lavoro online, dovuta a preoccupazioni legate alla riservatezza, a possibili abusi dei contenuti proprietari caricati sulla piattaforma, e in generale al minore controllo che questa modalità comporta rispetto all’utilizzo di un software che risiede “al sicuro” sul nostro computer.

Le prime due preoccupazioni, per quanto assolutamente comprensibili, sono infondate (almeno teoricamente), e personalmente non le condivido. La terza per me resta valida, ma è innegabile che il passaggio al cloud e a una modalità di lavoro online/condivisa è il futuro, anzi sempre di più è il presente; e per quante riserve possiamo avere al riguardo, si tratta di adattarsi oppure di rimanere indietro.

Detto questo, si tratta di un passo che memoQ non aveva compiuto, così come non c’erano state “aperture” nei confronti dell’IA. O meglio, non c’erano state per quanto riguardava la versione per i freelance dello strumento: perché, come ho fatto notare più volte in post e podcast, anche Kilgray come RWS sembrava sempre più orientata a dedicare i propri sforzi al segmento business, evidentemente più redditizio di quello rappresentato da noi freelance con le nostre misere licenze.

Avanti veloce

Avanti veloce all’altro giorno, quando sul gruppo memoQ Users trovo un thread che menziona il memoQ Users’ Idea Portal, dove una rappresentante dell’azienda ha annunciato quanto segue (è necessario iscriversi per accedere al portale), direi con una disinvoltura degna di miglior causa:

Cari tutti,

[…]
Vorremmo aggiornarvi sulle nostre priorità di sviluppo:

Pur continuando a mantenere la nostra applicazione desktop, non introdurremo nuove funzionalità. Il nostro obiettivo si sta spostando verso il potenziamento della piattaforma web-based. Le nostre risorse saranno dedicate allo sviluppo e al miglioramento dell’interfaccia web per offrire un’esperienza più fluida e ricca di funzionalità. Nel tempo, migreremo gradualmente le principali funzionalità desktop sul web, garantendo un’esperienza utente ancora migliore. Alcune nuove funzionalità saranno disponibili esclusivamente sulla piattaforma web.

A lungo termine, ci impegniamo a garantire che anche gli utenti che non dispongono di server propri possano beneficiare delle nostre soluzioni web migliorate.

(La traduzione è mia)

In buona sostanza: l’applicazione desktop andrà a morire, le novità le inseriremo solo sulla piattaforma web.
Peccato che:

a) la piattaforma web, al momento e apparentemente ancora a lungo (vedere l’ultimo paragrafo), non è disponibile nella versione freelance;

b) molti utenti dotati di licenza perpetua, tra cui la sottoscritta, che hanno rinnovato il loro SMA di recente, non erano certo stati avvertiti che lo strumento per cui stavano pagando non avrebbe più beneficiato di miglioramenti e nuove funzionalità.

A proposito del sistema di licenze di memoQ, vale la pena chiarire che, al momento, il programma è disponibile solo in abbonamento, ma fino a qualche mese lo si acquistava con la cosiddetta “licenza perpetua” (a un prezzo di 700€ IVA inclusa, più o meno), con la possibilità di pagare annualmente un centinaio di euro per accedere al supporto e alle nuove versioni, rinnovando appunto il proprio “Service Maintenance Agreement”, o SMA.
Naturalmente, non effettuare il rinnovo non comprometteva la capacità di continuare a usare la versione già installata.

Il mio SMA scade a gennaio, e in prossimità della scadenza ho ricevuto da Kilgray la mail che segue:

Quindi io ho pagato per il supporto, le nuove versioni e (lo si dice espressamente) per “nuove e sofisticate funzionalità ogni tre mesi”.
Che ora (da quando, tra parentesi? Non è dato sapere) non riceverò più.

Non credo che ci sia altro da dire a proposito di Kilgray e dell’importanza che l’azienda attribuisce ai propri clienti quando non sono grandi aziende.

E adesso?

Adesso, non posso che fare eco a Kevin Lossner:

I'll be covering topics like this more in the future, as I have little information at this point which inspires any optimism. Until that happens I just hope nobody - no individual, no company - asks me for any translation environment recommendations, because I don't know what I could honestly say.

If these memoQ development plans work out to some advantage for individual service providers and the boutique brokers I typically support, great. Deeper studies and updates of my past suggestions for interoperable workflows will just contribute to better integration with whatever partners they have with whatever working tools.

If things go in a less encouraging direction, then knowledge about salvaging and recycling our investments in tools, data, corpora, configurations and whatnot shall become critically important.

In altre parole: se sei utente di memoQ, anzi se sei utente di CAT in generale, diventerà ancora più critico sapere perfettamente cosa significa “interoperabilità”, come sfruttarla, e come fare per salvare i tuoi file, TM e glossari: in locale o in un cloud non importa, purché si tratti di una posizione di cui avete il controllo.

Una nota positiva

Il caso vuole che da qualche mese stia provando Wordscope, al quale l’azienda che lo sviluppa mi ha gentilmente fornito l’accesso: te ne avevo parlato qui.

Mi avevano anche chiesto di tenere un seminario dedicato, ma l’universo ha deciso che invece io debba dedicarmi a cambiare casa (non dirmi nulla… per metà aprile spero di esserne fuori!), e ho dovuto rimandare.
Ma lo strumento promette bene, e in particolare (ti vedo: non fare quella faccia!) include un’integrazione veramente molto potente con MT e IA.

Se ti interessa, continua a seguirmi per saperne di più:

E se c’è qualcosa in particolare che ti piacerebbe approfondire al riguardo, scrivimi!

Se poi conosci qualche collega cui potrebbe essere utile questo post, condividilo:

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A prestissimo e grazie per avermi letta!

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